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Terapie per la Covid-19

Inviato: lun 16 mag 2022, 11:51
da Mistobaan
La strategia dei governi per sconfiggere il virus SARS-Cov-2 si è affidata quasi totalmente alla vaccinazione.
I progressi in campo medico nello sviluppo di terapie efficaci contro la malattia sono innegabili, sebbene spesso vengano messi in ombra o sottovalutati.
Gli strumenti ufficialmente approvati (da EMA e da AIFA) per affrontare la malattia Covid-19 sono ormai numerosi; tra essi vanno annoverati principalmente:
  • Antivirali
  • Anticorpi monoclonali
  • Anticorpi terapeutici
  • Corticosteroidi
  • Eparine a basso peso molecolare
  • Anti-infiammatori non steroidei
Tra gli antivirali autorizzati al commercio c'è il Molnupiravir - Lagevrio (Merck) e il Ritonavir - Paxlovid (Pfizer), specificamente sviluppati per la Covid-19. Anche il Remdesivir, precedentemente utilizzato contro i virus Ebola e Marburg, è stato autorizzato per il trattamento della Covid-19.
Gli anticorpi monoclonali (anakinra, casirivimab, tocilizumab e altri sono in generale farmaci molto costosi e non accessibili al pubblico. Essi sono frutto di ingegneria genetica piuttosto sofisticata e in molti casi sono ancora in fase di sperimentazione.
Gli anticorpi terapeutici sono anticorpi prelevati dal sangue di soggetti guariti dalla malattia Covid-19. In Italia ha fatto molto discutere la sperimentazione della terapia del Dott. Giuseppe De Donno a plasma iperimmune. Un recente studio pubblicato sulla rivista NEJM ha dimostrato che in determinate condizioni la terapia a plasma convalescente può risultare efficace: Early Outpatient Treatment for Covid-19 with Convalescent Plasma (https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa2119657). In particolare questa ricerca condotta con un trial a doppio cieco, randomizzata e controllata ha dimostrato che la sommistrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dalla comparsa dei sintomi della malattia è in grado di ridurre il rischio di aggravamento e ospedalizzazione.
L’uso dei corticosteroidi è raccomandato nei soggetti ospedalizzati con malattia Covid-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno mentre potrebbe essere controproducente nella fase iniziale perchè il cortisone potrebbe avere un impatto negativo sulla risposta immunitaria sviluppata.
L’uso delle eparine a basso peso molecolare nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente medico con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità è raccomandato e deve continuare per l’intero periodo dell’immobilità.
Sebbene inizialmente si avessero dei dubbi sull'efficacia e sicurezza degli anti-infiammatori per la cura della Covid-19, l'esperienza ha mostrato che l'uso su prescrizione medica possa portare giovamento al paziente, soprattutto nelle fasi iniziali.

Le liste dei farmaci raccomandati per la cura della Covid-19 sono disponibili sul sito dell'AIFA (https://www.aifa.gov.it/aggiornamento-s ... ia-covid19 e sul sito dell'EMA (https://www.ema.europa.eu/en/human-regu ... treatments).

Esistono inoltre farmaci il cui uso per il trattamento della malattia non è ufficialmente approvato dalle autorità e sui quali gli scienziati hanno pareri discordanti quanto ad efficacia e sicurezza. L'uso dell'Idrossiclorochina è stato inizialmente autorizzato ma in seguito è stato sconsigliato per mancanza di prove sulla effettiva utilità e a causa di possibili effetti collaterali. L'ivermectina, antiparassitario con azione antivirale e anti-infiammatoria, è secondo alcuni studi un rimedio mediamente efficace e a basso costo, sia come terapia profilattica sia come cura per ridurre le probabilità di ospedalizzazione (https://journals.lww.com/americantherap ... _of.7.aspx, https://c19ivermectin.com/), mentre altri non ne riconoscono la validità (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2115869, https://jamanetwork.com/journals/jamain ... le/2789362). L'azitromicina, antibiotico con effetti benefici nei pazienti con malattie polmonari infiammatorie, è stata oggetto di diversi studi che non sembrano portare ad evidenze conclusive sulla sua utilità nel trattamento della Covid-19. L'AIFA nelle sue note ne raccomanda l'uso esclusivamente in casi in cui subentra anche un'infezione batterica.
E' altresì controverso l'uso del paracetamolo. Nonostante questo farmaco sia ancora raccomandato da svariate autorità sanitarie nazionali e internazionali per il trattamento di forme paucisintomatiche della malattia, esistono diversi studi che dimostrano che la sua azione può andare in contrasto con il processo di guarigione e aggravare i pazienti. Lo studio italiano Paracetamol in the home treatment of early COVID-19 symptoms: A possible foe rather than a friend for elderly patients? (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jmv.27158) indaga sulla possibilità che il farmaco possa rivelarsi un nemico per i pazienti anziani in attesa di cure. Lo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Bologna Paracetamol-Induced Glutathione Consumption: Is There a Link With Severe COVID-19 Illness? (https://www.frontiersin.org/articles/10 ... 79944/full) dimostra non soltanto che il paracetamolo induce al consumo del glutatione nell'organismo umano, una difesa naturale utile a contrastare l'evolversi della malattia, esponendolo a maggiori rischi di peggioramento, ma che lo stesso può avere come effetto avverso l'ipercoagulazione del sangue e aumentare il rischio trombosi, uno dei danni riconosciuti della Covid-19. L'articolo https://www.circolocubounibo.it/la-rice ... -covid-19/ riassume efficacemente i risultati della ricerca di UniBo.
Il rilevante studio indiano An open label randomized clinical trial of Indomethacin for mild and moderate hospitalised Covid-19 patients (https://www.nature.com/articles/s41598-022-10370-1) mette a confronto l'uso del paracetamolo con l'indometacina (farmaco anti-infiammatorio con effetti antivirali ad ampio spettro). I 210 pazienti sono stati divisi in due gruppi ai quali sono stati erogati in alternativa paracetamolo o indometacina. Il risultato è stato che il gruppo trattato con indometacina non ha avuto casi di desaturazione, mentre il gruppo con paracetamolo ha avuto il 20% dei casi in desaturazione. I pazienti che hanno ricevuto indometacina hanno anche sperimentato un sollievo dai sintomi più rapido rispetto a quelli nel gruppo del paracetamolo, con la maggior parte dei sintomi scomparsi nella metà del tempo. Inoltre, più della metà dei pazienti nel gruppo del paracetamolo avevano febbre al settimo giorno, mentre nessun paziente nel gruppo indometacina l'ha avuta.
Ulteriori recenti ricerche hanno confermato l'efficacia dell'indometacina nella cura della Covid-19: Indomethacin highly effective in treating COVID-19 infection: Study (https://www.biospectrumindia.com/news/7 ... study.html), Indomethacin: an exploratory study of antiviral mechanism and host-pathogen interaction in COVID-19 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8544661/), Review 1 : "Use of Indomethacin for mild and moderate Covid -19 patients. A Randomized Control Trial" (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8544661/), Indomethacin-based PROTACs as pan-coronavirus antiviral agents (https://www.sciencedirect.com/science/a ... 3421006632)

Altre sostanze che possono portare benefici terapeutici e profilattici tuttora oggetto di studi di approfondimento sono:

- Vitamina D (Efficacy and Safety of Vitamin D Supplementation to Prevent COVID-19 in Frontline Healthcare Workers. A Randomized Clinical Trial - https://www.sciencedirect.com/science/a ... via%3Dihub, The Role of Vitamin D in COVID-19 and the Impact of Pandemic Restrictions on Vitamin D Blood Content - https://www.frontiersin.org/articles/10 ... 36738/full, The role of vitamin D in prevention OF COVID-19 and its severity: an umbrella review - https://www.mattioli1885journals.com/in ... view/12216, Short term, high-dose vitamin D supplementation for COVID-19 disease: a randomised, placebo-controlled, study (SHADE study) - https://pmj.bmj.com/content/98/1156/87, Vitamin D Supplementation to Prevent COVID-19 Infections and Deaths—Accumulating Evidence from Epidemiological and Intervention Studies Calls for Immediate Action - https://mdpi-res.com/d_attachment/nutri ... 1611827507, Vitamina D nella prevenzione e nel trattamento del COVID-19: nuove evidenze - https://www.accademiadimedicina.unito.i ... mina_D.pdf)

- Esperidina (Hesperidin and SARS-CoV-2: New Light on the Healthy Function of Citrus Fruits - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7465267/, Study of Hesperidin Therapy on COVID-19 Symptoms (HESPERIDIN) (Hesperidin) - https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04715932, Hesperidin Is a Potential Inhibitor against SARS-CoV-2 Infection - https://mdpi-res.com/d_attachment/nutri ... 1629193607, Pharmacological Significance of Hesperidin and Hesperetin, Two Citrus Flavonoids, as Promising Antiviral Compounds for Prophylaxis Against and Combating COVID-19 - https://journals.sagepub.com/doi/full/1 ... X211042540, Review of Evidence Available on Hesperidin-Rich Products as Potential Tools against COVID-19 and Hydrodynamic Cavitation-Based Extraction as a Method of Increasing Their Production - https://www.mdpi.com/2227-9717/8/5/549/htm, Fourteen-days Evolution of COVID-19 Symptoms During the Third Wave in Non-vaccinated Subjects and Effects of Hesperidin Therapy: A randomized, double-blinded, placebo-controlled study - https://www.medrxiv.org/content/10.1101 ... 21264483v2)

- Quercitina (A critical evaluation of risk to reward ratio of quercetin supplementation for COVID-19 and associated comorbid conditions - https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ptr.7461, Quercetin in the Prevention of Covid-19 Infection - https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT05037240, Treatment of COVID-19 patients with quercetin: a prospective, single center, randomized, controlled trial - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8573830/, Potential Clinical Benefits of Quercetin in the Early Stage of COVID-19: Results of a Second, Pilot, Randomized, Controlled and Open-Label Clinical Trial - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8238537/, Antiviral, immunomodulatory, and anticoagulant effects of quercetin and its derivatives: Potential role in prevention and management of COVID-19 - https://www.sciencedirect.com/science/a ... 7921001106, Anti-inflammatory potential of Quercetin in COVID-19 treatment - https://journal-inflammation.biomedcent ... 21-00268-6, )

- Fluvoxamina (Fluvoxamine for Outpatient Management of COVID-19 to Prevent Hospitalization - A Systematic Review and Meta-analysis - https://jamanetwork.com/journals/jamane ... le/2790742, Effect of early treatment with fluvoxamine on risk of emergency care and hospitalisation among patients with COVID-19: the TOGETHER randomised, platform clinical trial - https://www.thelancet.com/journals/lang ... /fulltext , Fluvoxamine for Early Treatment of Covid-19 (Stop Covid 2) - https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04668950,Fluvoxamine for the treatment of COVID-19 - https://www.thelancet.com/journals/lang ... 1/fulltext, Mechanisms of action of fluvoxamine for COVID-19: a historical review - https://www.nature.com/articles/s41380-021-01432-3, Low-Dose Fluvoxamine Modulates Endocytic Trafficking of SARS-CoV-2 Spike Protein: A Potential Mechanism for Anti-COVID-19 Protection by Antidepressants - https://www.frontiersin.org/articles/10 ... 87261/full)

- Melatonina (Efficacy of melatonin in the treatment of patients with COVID-19: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials - https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jmv.27595, Protective Effect of Melatonin Administration against
SARS-CoV-2 Infection: A Systematic Review
- https://www.mdpi.com/1467-3045/44/1/3, Melatonin interferes with COVID-19 at several distinct ROS-related steps - https://www.sciencedirect.com/science/a ... 3421001938, Melatonin, Zinc, and Vitamin C: Potential Adjuvant Treatment for COVID-19 Patients - https://www.frontiersin.org/articles/10 ... 21824/full, Can melatonin reduce the severity of COVID-19 pandemic? - https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32347747/, Efficacy of a Low Dose of Melatonin as an Adjunctive Therapy in Hospitalized Patients with COVID-19: A Randomized, Double-blind Clinical Trial - https://www.sciencedirect.com/science/a ... 0921001417)

L'importante ricerca condotta dal gruppo Co-Meta Science, Profilassi e trattamento della COVID 19: benefici, rischi e qualità dell’evidenza (https://co-meta.eu/docs/Co_META.pdf) analizza nell'appendice C Sottovalutazione dell’efficacia delle terapie disponibili - pag. 107 e ss - le conoscenze scientifiche su numerosi farmaci e integratori utilizzati nella terapia della malattia.

Al di là del protocollo terapeutico utilizzato, alcuni importanti studi condotti da medici italiani hanno di recente dimostrato che il la diagnosi e il trattamento precoce della malattia può abbassare drasticamente il rischio di ospedalizzazione.

L'articolo Retrospective Study of Outcomes and Hospitalization Rates of Patients in Italy with a Confirmed Diagnosis of Early COVID-19 and Treated at Home Within 3 Days or After 3 Days of Symptom Onset with Prescribed and Non-Prescribed Treatments Between November 2020 and August 2021 (https://www.medscimonit.com/abstract/full/idArt/935379) riporta i risultati dello studio di S. Fazio, P. Bellavite, E. Zanolin, P. McCullough, S. Pandolfi, F. Affuso. In questo studio i medici ricercatori si sono proposti di erogare ai pazienti nella prima fase della malattia cure domiciliari consistenti in indometacina, aspirina a basso dosaggio, omeprazolo, supplementi alimentari a base di flavonoidi (quercetina, esperidina), vitamina C e azitromicina, eparina a basso peso molecolare e betametasone all'occorrenza. I pazienti sono stati divisi in due gruppi, di cui il primo (85 persone) è stato sottoposto alle terapie suddette entro 72 ore dalla comparsa dei primi sintomi e il secondo (73 persone) oltre le 72 ore. L'intervento precoce entro i 3 giorni dai sintomi ha mostrato un'incidenza significativa sulla durata dei sintomi, sull'ospedalizzazione e sulle alterazioni fisiologiche indotte dalla malattia. Nel gruppo 1 non sono stati registrate ospedalizzazioni e decessi, nel gruppo 2 ci sono stati 14 pazienti ospedalizzati e 2 decessi.

L'articolo A simple, home-therapy algorithm to prevent hospitalisation for COVID-19 patients: A retrospective observational matched-cohort study https://www.sciencedirect.com/science/a ... via%3Dihub si rifà allo studio condotto da diversi medici ricercatori tra cui F. Suter, N. Perico e G. Remuzzi, direttore dell’istituto Mario Negri. Gli autori sottolineano che il virus SARS-Cov2 può generare un eccesso di risposta immunitaria nel nostro organismo e quindi una condizione di iper-infiammazione; un intervento nei primi giorni a base essenzialmente di anti-infiammatori non steroidei (FANS) è molto efficace nell'impedire la progressione della malattia e la conseguente ospedalizzazione. Tra gli anti-infiammatori suggeriti ci sono l'aspirina, l'indometacina, l’ibuprofen, il nimesulide. La ricerca si è basata sui dati raccolti tra ottobre 2020 e gennaio 2021 di 180 pazienti volontari divisi in due gruppi.

L'articolo in pre-print Early outpatient treatment of covid-19: a retrospective analysis of 392 cases in Italy (https://www.medrxiv.org/content/10.1101 ... 22273356v1) riferisce di uno studio di M. Cosentino e altri ricercatori che si è proposto di analizzare i risultati ottenuti dall'assistenza di medici appartenenti all'associazione internazionale IppocrateOrg nel periodo compreso tra novembre 2020 e marzo 2021.
I team di medici volontari dell'associazione si sono organizzati per fornire teleassistenza ai pazienti in cura domiciliare. Sono stati prescritti farmaci in base allo stadio in cui si trovava il paziente: da integratori e vitamine per lo stadio iniziale, all'aspirina, antibiotici, idrossiclorochina, ivermectina, colchicina, fino all'enoxaparina, glucocorticoidi e l'ossigeno terapia. L'evidenza che scaturisce dalle osservazioni cliniche è non soltanto la sicurezza ed efficacia delle terapie precoci adottate (su 392 pazienti analizzati si è verificato un solo decesso e 9 ospedalizzazioni), bensì anche la tempestività della presa in carico dei pazienti come fattore determinante per la risoluzione della malattia.

L'articolo COVID-19 Early Treatment with Non-Steroidal AntiInflammatory Drugs Reduces Hospitalizations and Symptom Duration (https://biomedgrid.com/pdf/AJBSR.MS.ID.002197.pdf) espone le conclusioni dello studio osservazionale retrospettivo di S. Fazio e altri ricercatori sull'impatto dell'uso degli anti-infiammatori non steroidei nella terapia precoce della Covid-19. L'analisi si basa sull'osservazione dei dati di 966 pazienti non vaccinati con forme lievi e moderate di Covid-19 nel periodo febbraio-dicembre 2021; i dati sono stati raccolti dai medici volontari appartenenti all'associazione Terapia domiciliare Covid-19. I pazienti sono stati divisi in due gruppi, dei quali il primo ha ricevuto cure entro 72 ore dalla comparsa dei sintomi e il secondo dopo 72 ore. Il protocollo terapeutico consisteva in ibuprofen (40%), aspirina (26%), indometacina (18%), nimesulide (11%), ketoprofen (5%) e in caso di aggravamento delle condizioni del paziente si prevedeva l'uso di cortisone, eparina a basso peso molecolare e antibiotici. Nel gruppo che ha ricevuto il trattamento entro 3 giorni il tasso di ospedalizzazione si è ridotto significativamente (dal 63 al 68%) e la durata dei sintomi è calata da 15/16 a 11 giorni. Sono stati osservati 6 decessi totali tra i pazienti ospedalizzati, di cui 1 nel primo gruppo e 5 nel secondo (tutti in età over 50).

Si noti bene che gli esiti di queste ricerche contrastano nettamente con i protocolli di vigile attesa e tachipirina proposti dal Ministero della Sanità italiano. Se la rapidità di intervento nella cura è un fattore chiave, viene ovviamente da domandarsi a quali responsabilità potrebbero andare incontro le autorità in caso si determinasse che le politiche di gestione sanitaria avessero contribuito negativamente al salvataggio di vite umane, anche considerato che il tasso di mortalità per Covid-19 in Italia è tra i più alti al mondo.