Gli approcci alla lotta al Covid
Inviato: sab 21 mag 2022, 11:05
Nei due anni trascorsi dall'inizio della pandemia le autorità sanitarie e i vari governi nel mondo hanno reagito con politiche e misure contenitive disparate, dai lockdown più stretti a limitazioni più blande e combinazioni di queste alternative a seconda dell'impatto epidemiologico del momento.
Sebbene sia arduo individuare quale modello di risposta adottato si sia rivelato più efficace, è indubbio che i danni sociali ed economici differiscono tra un paese e l'altro talvolta in maniera molto significativa.
Con il tempo anche gli scienziati si sono divisi nel teorizzare il metodo più adatto per fronteggiare l'esplosione del SARS-Cov-2. Il risultato di queste divisioni è stata la nascita di due teorie che arrivano a conclusioni opposte: The Great Barrington Declaration e il John Snow Memorandum.
The Great Barrington Declaration
La dichiarazione redatta il 4 ottobre 2020 presso l'Istituto Americano di Ricerca Economica di Great Barrington (Massachusetts - USA) è il frutto del lavoro congiunto di Martin Kulldorff (professore di medicina all’Università di Harvard), Sunetra Gupta (professore epidemiologo all’Università di Oxford), e Jay Bhattacharya (professore alla Scuola di Medicina dell'Università di Stanford) e altri 34 co-firmatari.
Secondo gli autori le misure restrittive quali i lockdown impongono enormi danni alla salute pubblica. In alternativa essi propongono un approccio definito "Protezione focalizzata", ovvero una serie di strategie che consenta di tenere al riparo i soggetti fragili e più a rischio di malattia grave (malati e anziani) e allo stesso tempo di lasciar vivere una vita "normale" agli individui giovani e generalmente meno a rischio, permettendo quindi al virus di circolare e diffondersi tra la popolazione più "forte". Quando quest'ultima avrà conseguito l'immunità naturale derivante dalla guarigione, si potrà raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Le linee essenziali della GBD sono disponibili alla pagina https://gbdeclaration.org/dichiarazione ... arrington/.
The John Snow Memorandum
Il documento firmato il 15 ottobre 2020, pubblicato sulla rivista The Lancet, è la risposta al GBD e giunge a conclusioni diametralmente opposte.
Gli studiosi che hanno redatto questa dichiarazione sono fermamente convinti che l'adozione di misure di confinamento dei governi al fine di rallentare la rapida diffusione del virus si siano rivelate essenziali nel ridurre la mortalità, scongiurare il sovraccarico dei servizi di assistenza sanitaria e guadagnare tempo per l'elaborazione di sistemi di risposta alla pandemia: sebbene queste misure abbiano portato danni alle persone e all'economia, hanno permesso di limitare disastri ancora più gravi nella società. Secondo gli autori non esistono basi scientifiche solide per dimostrare che il raggiungimento dell'immunità di gregge sia possibile, date le poche informazioni disponibili sulla durata e forza dell'immunità naturale e le caratteristiche del coronavirus che è in grado di reinfettare gli individui guariti; essi ritengono inoltre che la proposta di isolare i soggetti più a rischio sia impraticabile e discutibile dal punto di vista etico. Pertanto piuttosto che lasciar diffondere il virus tra la popolazione sana è preferibile mitigarne la trasmissione tramite il distanziamento fisico, l’utilizzo di mascherine, l’igiene delle mani e delle vie respiratorie e il divieto di assembramenti e luoghi scarsamente ventilati. I test rapidi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento sono altrettanto importanti per il controllo dei contagi. Il testo tradotto della dichiarazione è disponibile alla pagina https://www.johnsnowmemo.com/italiano.html.
I governi di tutto il mondo avevano enormi aspettative sull'introduzione dei vaccini.
I dati sull'efficacia dei preparati approvati d'urgenza erano senza dubbio incoraggianti in base agli studi clinici preliminari. Tuttavia la realtà ha mostrato che l'ottimismo era eccessivo (o in alcuni casi mal riposto).
Si è sperimentato che non soltanto l'immunizzazione subiva un calo costante nel tempo fino a raggiungere livelli non conformi allo standard autorizzativo, ma aveva difficoltà a sterilizzare gli individui e quindi bloccare il contagio. L'insorgere delle varianti ha acuito il problema, sebbene l'evoluzione del virus abbia virato su forme più contagiose ma meno patogene.
Ne è conseguita un'ulteriore stretta sulle restrizioni in molti stati con alterne fortune.
In Europa non è stata intrapresa una linea omogenea e condivisa. I paesi baltici (in particolare la Svezia) hanno affrontato la pandemia con misure più "soft" e maggiore tolleranza, anche confidando nel buon senso della popolazione. L'Inghilterra ha alternato politiche più permissive a restrizioni più severe. Con la diffusione della più contagiosa ma meno letale variante Omicron diversi paesi si sono messi nell'ottica della convivenza con il virus. Gli stati che d'altro canto hanno impostato misure più draconiane su restrizioni, screening di massa, vaccinazioni e pass vaccinali (Italia, Francia, Grecia, Austria, Germania) non hanno tratto particolari benefici in termini di interruzione della catena del contagio.
Il quotidiano italiano La Verità in un articolo di febbraio 2022 (consultabile integralmente sul sito https://www.lapekoranera.it/2022/02/23/ ... -speranza/) rivela che il consulente del Ministro della Salute, prof. Walter Ricciardi fa parte del team operativo del Covid action group, una rete globale e multidisciplinare di esperti con la missione di consigliare i responsabili politici e le comunità sulle strategie pratiche per eliminare il SARS-Cov-2 (https://covidactiongroup.net/team). L'obiettivo dichiarato non è l'accettazione o la convivenza con il virus, bensì l'estirpazione totale dello stesso, concetto che si sintetizza proprio con lo slogan Covid Zero. I sostenitori di questa posizione ideologica si ispirano esplicitamente al JSM portando alle estreme conseguenze i suoi contenuti. La strada maestra (https://covidactiongroup.net/roadmap) per raggiungere l'obiettivo comprende diversi step:
1) Istituzione di zone protette
2) Implementazione di campagne mediatiche per informare la popolazione e chiederne il supporto
3) Implementazione di misure restrittive e protettive più dure possibili (tra cui lockdown stretto di 5 settimane)
4) Costruzioni di centri per l'isolamento e la quarantena degli individui infetti
5) Test e isolamento dei viaggiatori in entrata nelle zone protette
6) Riapertura delle zone protette considerate fuori pericolo.
Il paese che più di tutti si è prodigato nell'applicazione dei principi del "Covid Zero" è la Cina. Il governo cinese ha imposto lockdown molto stringenti e prolungati per milioni di persone in aree in cui si sono verificati focolai. Sebbene i risultati di queste politiche non sembrino per ora dare i loro frutti nel limitare la diffusione della variante Omicron, il recente studio cinese Modeling transmission of SARS-CoV-2 Omicron in China (https://www.nature.com/articles/s41591-022-01855-7) continua a difendere questa strategia.
Fermi restando i dubbi sulla reale efficacia delle misure Covid Zero sono evidenti le problematiche legate alla forte ed estesa compressione dei diritti umani e alla stessa salute dei cittadini, con caratteristiche mai sperimentate in precedenza. Non deve sorprendere che numerosi studi abbiano indagato sulla portata dei danni delle restrizioni (confinamento, distanziamento sociale, chiusura delle attività, uso delle mascherine, ecc.) sulla società e sulla salute pubblica.
Sebbene sia arduo individuare quale modello di risposta adottato si sia rivelato più efficace, è indubbio che i danni sociali ed economici differiscono tra un paese e l'altro talvolta in maniera molto significativa.
Con il tempo anche gli scienziati si sono divisi nel teorizzare il metodo più adatto per fronteggiare l'esplosione del SARS-Cov-2. Il risultato di queste divisioni è stata la nascita di due teorie che arrivano a conclusioni opposte: The Great Barrington Declaration e il John Snow Memorandum.
The Great Barrington Declaration
La dichiarazione redatta il 4 ottobre 2020 presso l'Istituto Americano di Ricerca Economica di Great Barrington (Massachusetts - USA) è il frutto del lavoro congiunto di Martin Kulldorff (professore di medicina all’Università di Harvard), Sunetra Gupta (professore epidemiologo all’Università di Oxford), e Jay Bhattacharya (professore alla Scuola di Medicina dell'Università di Stanford) e altri 34 co-firmatari.
Secondo gli autori le misure restrittive quali i lockdown impongono enormi danni alla salute pubblica. In alternativa essi propongono un approccio definito "Protezione focalizzata", ovvero una serie di strategie che consenta di tenere al riparo i soggetti fragili e più a rischio di malattia grave (malati e anziani) e allo stesso tempo di lasciar vivere una vita "normale" agli individui giovani e generalmente meno a rischio, permettendo quindi al virus di circolare e diffondersi tra la popolazione più "forte". Quando quest'ultima avrà conseguito l'immunità naturale derivante dalla guarigione, si potrà raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Le linee essenziali della GBD sono disponibili alla pagina https://gbdeclaration.org/dichiarazione ... arrington/.
The John Snow Memorandum
Il documento firmato il 15 ottobre 2020, pubblicato sulla rivista The Lancet, è la risposta al GBD e giunge a conclusioni diametralmente opposte.
Gli studiosi che hanno redatto questa dichiarazione sono fermamente convinti che l'adozione di misure di confinamento dei governi al fine di rallentare la rapida diffusione del virus si siano rivelate essenziali nel ridurre la mortalità, scongiurare il sovraccarico dei servizi di assistenza sanitaria e guadagnare tempo per l'elaborazione di sistemi di risposta alla pandemia: sebbene queste misure abbiano portato danni alle persone e all'economia, hanno permesso di limitare disastri ancora più gravi nella società. Secondo gli autori non esistono basi scientifiche solide per dimostrare che il raggiungimento dell'immunità di gregge sia possibile, date le poche informazioni disponibili sulla durata e forza dell'immunità naturale e le caratteristiche del coronavirus che è in grado di reinfettare gli individui guariti; essi ritengono inoltre che la proposta di isolare i soggetti più a rischio sia impraticabile e discutibile dal punto di vista etico. Pertanto piuttosto che lasciar diffondere il virus tra la popolazione sana è preferibile mitigarne la trasmissione tramite il distanziamento fisico, l’utilizzo di mascherine, l’igiene delle mani e delle vie respiratorie e il divieto di assembramenti e luoghi scarsamente ventilati. I test rapidi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento sono altrettanto importanti per il controllo dei contagi. Il testo tradotto della dichiarazione è disponibile alla pagina https://www.johnsnowmemo.com/italiano.html.
I governi di tutto il mondo avevano enormi aspettative sull'introduzione dei vaccini.
I dati sull'efficacia dei preparati approvati d'urgenza erano senza dubbio incoraggianti in base agli studi clinici preliminari. Tuttavia la realtà ha mostrato che l'ottimismo era eccessivo (o in alcuni casi mal riposto).
Si è sperimentato che non soltanto l'immunizzazione subiva un calo costante nel tempo fino a raggiungere livelli non conformi allo standard autorizzativo, ma aveva difficoltà a sterilizzare gli individui e quindi bloccare il contagio. L'insorgere delle varianti ha acuito il problema, sebbene l'evoluzione del virus abbia virato su forme più contagiose ma meno patogene.
Ne è conseguita un'ulteriore stretta sulle restrizioni in molti stati con alterne fortune.
In Europa non è stata intrapresa una linea omogenea e condivisa. I paesi baltici (in particolare la Svezia) hanno affrontato la pandemia con misure più "soft" e maggiore tolleranza, anche confidando nel buon senso della popolazione. L'Inghilterra ha alternato politiche più permissive a restrizioni più severe. Con la diffusione della più contagiosa ma meno letale variante Omicron diversi paesi si sono messi nell'ottica della convivenza con il virus. Gli stati che d'altro canto hanno impostato misure più draconiane su restrizioni, screening di massa, vaccinazioni e pass vaccinali (Italia, Francia, Grecia, Austria, Germania) non hanno tratto particolari benefici in termini di interruzione della catena del contagio.
Il quotidiano italiano La Verità in un articolo di febbraio 2022 (consultabile integralmente sul sito https://www.lapekoranera.it/2022/02/23/ ... -speranza/) rivela che il consulente del Ministro della Salute, prof. Walter Ricciardi fa parte del team operativo del Covid action group, una rete globale e multidisciplinare di esperti con la missione di consigliare i responsabili politici e le comunità sulle strategie pratiche per eliminare il SARS-Cov-2 (https://covidactiongroup.net/team). L'obiettivo dichiarato non è l'accettazione o la convivenza con il virus, bensì l'estirpazione totale dello stesso, concetto che si sintetizza proprio con lo slogan Covid Zero. I sostenitori di questa posizione ideologica si ispirano esplicitamente al JSM portando alle estreme conseguenze i suoi contenuti. La strada maestra (https://covidactiongroup.net/roadmap) per raggiungere l'obiettivo comprende diversi step:
1) Istituzione di zone protette
2) Implementazione di campagne mediatiche per informare la popolazione e chiederne il supporto
3) Implementazione di misure restrittive e protettive più dure possibili (tra cui lockdown stretto di 5 settimane)
4) Costruzioni di centri per l'isolamento e la quarantena degli individui infetti
5) Test e isolamento dei viaggiatori in entrata nelle zone protette
6) Riapertura delle zone protette considerate fuori pericolo.
Il paese che più di tutti si è prodigato nell'applicazione dei principi del "Covid Zero" è la Cina. Il governo cinese ha imposto lockdown molto stringenti e prolungati per milioni di persone in aree in cui si sono verificati focolai. Sebbene i risultati di queste politiche non sembrino per ora dare i loro frutti nel limitare la diffusione della variante Omicron, il recente studio cinese Modeling transmission of SARS-CoV-2 Omicron in China (https://www.nature.com/articles/s41591-022-01855-7) continua a difendere questa strategia.
Fermi restando i dubbi sulla reale efficacia delle misure Covid Zero sono evidenti le problematiche legate alla forte ed estesa compressione dei diritti umani e alla stessa salute dei cittadini, con caratteristiche mai sperimentate in precedenza. Non deve sorprendere che numerosi studi abbiano indagato sulla portata dei danni delle restrizioni (confinamento, distanziamento sociale, chiusura delle attività, uso delle mascherine, ecc.) sulla società e sulla salute pubblica.